La festa del Sole Pallido

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Angainor
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La festa del Sole Pallido

Messaggioda Angainor » 26/12/2016, 11:54

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Lyden, 26 Dymbre 716

Le adorne mani del Duca di Llanowor stanno vergando con sicurezza una pergamena.
Sulla scrivania, sparsi alla rinfusa, fogli e libri creano un intreccio ordinato di informazioni storiche sulle vecchie usanze degli Uomini.

"Le prime usanze,
il Rigido Ringraziamento"

Il titolo del capito del libro più massiccio presente sulla scrivania.
Raccontava di come i primi Uomini rendessero omaggio alla Terra (Ter + Ra: colei che tutto ricorda), nel periodo meno fertile, come auspicio di rinascita e ritorno alla "vita" della loro principale fonte di sostentamento.
Credevano di essere in debito con Ter-Valhol.
Pertando omaggiavano la Terra delle prime provviste invernali che avevano raccolto e immagazzinato.

Grazie agli anni passati a studiare il cielo, agli enormi passi avanti nella concezione della Natura e agli insegnamenti degli Airysin, ormai è chiaro come il "Rigido Ringraziamento" non sia stato altro che un superstizioso rituale senza alcun fine.
Per questo motivo, proprio perchè non ha nessun motivo di esistere, il Duca di Llanowor decise di dimostrare la sua grandezza e sfarzosità firmando con decisione l'editto odierno. Editto che dopo qualche ora, sarebbe stato affisso in ogni città umana.
Per voler di Lord Dohor Blake, Duca di Llanowor,
durante il periodo più freddo, a ricordo del "Rigido Ringraziamento",
viene indetta la Grande Festa del Sole Pallido.

La festa e i relativi festeggiamenti si celebreranno a Llanowor.

Evento principale di tali festeggiamenti sarà il
Grande mercato del Sole

In vendita troverete gli oggetti migliori di tutta Ter-Valhol,
proveniente direttamente dalle casse personali del Duca.


Nella sua sicurezza, il Duca era visibilmente tronfio del suo operato.
Colui che non saluta i nuovi arrivati. Il buon vecchio Araldo di Cattive Notizie.
"No Seraphim, oggi non riscriptiamo tutto Ter-Valhol da zero solo perchè vuoi aggiungere la possibilità di scaccolarsi in game!"
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Quinnbee
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Re: La festa del Sole Pallido

Messaggioda Quinnbee » 29/12/2016, 18:48

I cumuli di neve all'orizzonte sembravano il confine tra due mondi.
La loro sommità illuminata dal sole somigliava a delle vette altissime ed infuocate, ma in qualche modo morbide. La parte sottostante, poco al di là dei boschi, sembrava invece piatta e oscura, come proiezione di un'ombra che pare inglobare il mondo. Così ritorna lo sguardo sui monti infuocati dal sole nascente, al di lá dei quali c'è solo la meraviglia del candido della neve ed il cielo terso e senza nuvole. Là in fondo, in un mondo sconosciuto ed immoto, la sua misera esistenza avrebbe cessato di esistere. Tremor era giovane, ma aveva un malinconico modo di vivere e poca paura della morte.

Osservava i monti e nel mentre si perdeva nei sogni di una vita al di là dei confini, al di là del suo dovere, al di là della realtà; Una vita in cui amare la donna che aveva visto quella notte avrebbe avuto senso.
La Fiera del Sole Pallido aveva raccolto mercanti di ogni dove, e tra gli altri era giunta anche Lei. L'aveva vista la sera precedente alla locanda tra tutti gli altri ed era stato per ore ad osservarne il collo sottile e bianco, come un cigno fatto di neve. Era scesa la sera, infine la notte e gli occhi celesti di Lei non si erano mai incontrati nemmeno per un istante con i suoi. Era stata circondata dai più ricchi mercanti del sud, pura come il ghiaccio, fino a che non era salita nelle sue stanze, e Trevor non aveva più potuto dormire. Anche stamane, il mattino gelido e la neve che calava dai monti e si espandeva come un'enorme, stupenda valanga, gli suggerivano il suo viso ed i capelli chiari che ricadevano morbidi sulle bianche spalle.
Pensando a Lei osservó la valanga che scendeva dai monti e ogni cosa inglobava, così lontana e così distruttiva, così leggera e intensa, nebbia che saliva al cielo come talco e sotto, l'animo impetuoso che distrugge.

Durò pochi istanti, poi ogni traccia di sonno, ogni pensiero di Lei, sparì.
In piedi sui bastioni di legno che fiancheggiavano l'ingresso, alle spalle solo l'azzurro del mare, Tremor spalancó gli occhi verdi, sovrastanti il naso rosso dal gelo ed ebbe un brivido di terrore. Dalle sue labbra bianche, aperte da uno stupore paralizzante, tutto ciò che uscì fu un soffio che si trasformò in condensa, e si perse nell'aria gelata del mattino. Dietro di lui, anche i suoi colleghi parlavano della sera precedente: nessuno, a parte Trevor, sembrava aver visto ciò che stava succedendo. Cercò la voce, deglutí e la ritrovó come non sua, roca e lontana.

"Allarme... Allarme... ALLARME!"
Si sentì mormorare con tono crescente, infine gridare. Guardó gli uomini alle sue spalle che gli restituirono uno sguardo atterrito, reso ancora più sinistro dal silenzio che, innaturale, era sceso tra loro.
"Jack... Jack guarda...!" Ripetè Tremor, indicando la valanga alle sue spalle.

Non ci fu il tempo di voltarsi. Una stretta gelida, come una mano di ghiaccio gli strinse il cuore fino a sentirlo scoppiare. Si accasció sulla pedana, il dolore che pulsava sordo nell'orecchio, e tutto che diventava lento e senza importanza. Come lui ne caddero altri ed altri ancora, prima che qualcosa sbucasse dalla nebbia e cominciasse a sviscerarne i corpi. Un essere piccolo, sottile, quasi ridicolo era curvo sul corpo morente di una guardia e con le lunghe braccia che terminavano in artigli di ghiaccio, lo fendette rapidamente, mettendo fine alla sua vita.
Dietro di lui ne spuntarono molti altri, che attaccarono i bastioni e si arrampicarono sui tetti delle case, feroci e rapidi, riversandosi in città.
Llanowor era sotto attacco.

I bordi si fecero sfocati, e tra le urla straziate che giunsero dalla città, Tremor vide la guardia cittadina rinforzare i bastioni e fronteggiare un essere più grosso, seguito da altri come lui. Riconobbe Jack provare a colpirlo, ma il mostro mosse le mani e la stretta di ghiaccio lo colse. Stramazzó al suolo divenendo pallido; poco dopo morí assiderato: la sua pelle fu presto cerulea e su di questa banchettarono le piccole creature ridicole, coi loro lunghi artigli. Indistintamente, da qualche parte, Tremor sentí la campana d'allarme, e contemporaneamente lo sguardo del mostro sciamano su di lui. Lo osservó mentre si avvicinava per dargli il colpo di grazia, e sentí il fiato mancare quando di nuovo la mano gelida gli prese cuore e strinse, come la notte prima e per tutto il tempo aveva fatto Lei.

Morì Trevor in un dolore che gli parve familiare e sul suo corpo danzarono i demoni. Il suo sangue goccioló sul manto di neve ai suoi piedi e lì rimase, impotente tra le urla, come un campo innevato di rossi papaveri.
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Re: La festa del Sole Pallido

Messaggioda Quinnbee » 31/12/2016, 14:14

Dohor era esausto: il ducato di Llanowor doveva essere sotto una qualche maledizione.
Era stato investito duca da suo padre poco più che un anno prima, quando Bailey fu ucciso per mano di ignoti, nella follia scatenata dal Primo.
Ed ora, che il popolo non si era ancora ripreso, questa nuova minaccia si era scagliata su di loro.

Dohor Blake in quei due giorni di assedio aveva proclamato lo stato d'allarme, rinforzato la milizia ricorrendo all'aiuto delle truppe Phyrexiane, evacuata tutta la popolazione possibile e ad oggi Llanowor era in una situazione di stallo: gli strani demoni del ghiaccio erano stati confinati con fatica nell'area del mercato, mentre il resto della città si era barricata tutto intorno, al di fuori. Nonostante gli sforzi della milizia, non era stato ancora possibile bonificare il posto dalle creature del nord, e queste stranamente avevano smesso di invadere la città. La situazione andava risolta in qualche modo, e alla svelta. Così Dohor preparò un editto, che fece affiggere ovunque vi fosse modo.


A TUTTI GLI AVVENTURIERI DI TER-VALHOL

Llanowor è sotto assedio.
E per il bene del mio popolo e di tutti, io, Dohor Blake,
offro dalle mie casse la ricompensa di Una Moneta d'oro a
chiunque riportasse informazioni sulle creature che hanno
invaso la nostra terra e Tre Pezzi d'oro a chiunque ne indichi
con precisione il nascondiglio.

Così è disposto.

*Stemma del Ducato di Llanowor*

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Re: La festa del Sole Pallido

Messaggioda Dravos » 31/12/2016, 17:12

Dravos strappò uno dei molti manifesti, lo strinse in pugnò e si preparò a tornare a LLanowor,
Aveva già combattuto quelle creature al fianco di Sharka, del suo sottoposto Sehol, e di Alexander, fu una grossa batosta, per quanti ne ammazzassero, dal nulla ne comparivano a centinaia.

Colse l'occasione della ricompensa, dandosi lo scopo di esaustire il "contratto" che era l'editto.

Notò delle orme poco fuori la città, e lo seguì fino al passo innevato, anch'esso infestato.
Si fermò alla locanda, a quanto pare le creature non erano riuscite ad arrampicarsi fin lassù, si fece procurare carta e penna, e riprese il viaggio, il fitto bosco e la confusione generale rendeva la sua individuazione difficile alle creature, dunque tra le ombre proseguì la sua ricerca.

Non ci volle molto prima che risalisse alla fonte, il luogo dove sembravano essere ammassate molte più creature delle altre zone.
Vi era una fenditura in una montagna.

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Si addentrò, e visto il primo decise di attendere, e chiamare rinforzi, d'altronde doveva riscuotere la sua ricompensa, non gli sarebbe servito a niente morire.

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Scrisse un breve messaggio, e lo affidò ad un fidato piccione viaggiatore.

"Ho trovato la loro tana, attendo paga e rinforzi.
Dirigetevi al passo a nord di LLanowor, da lì, controlalte le montagne ad Ovest,
Vi aspetterò, Dravos di Phyrexia."

Inviato il messaggiò si allontanò, cercando rifugio dal freddo, e attendendo buone nuove.
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Quinnbee
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Re: La festa del Sole Pallido

Messaggioda Quinnbee » 02/01/2017, 19:34

*Rinvenuta la lettera, il milite lasciò la guardia alla barriera e corse immediatamente a consegnarla al palazzo di Dohor Blake. Il duca, dopo averla letta, la affidò al più rapido dei messaggeri per condurla al cospetto di suo padre, Re Arkas Blake. Lì, ne era certo, la corona l'avrebbe sottoposta alle tre corporazioni del regno, che avrebbero senz'altro saputo cosa fare. Fatto questo, si rivolse alla guardia e ordinò:

"Chiunque veda questo Dravos, chiunque ne abbia notizie, lo conduca a me affinchè possa dargli la giusta ricompensa che gli compete."
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