Mai vi fu il nulla.
Non vi è stato un tempo in cui
il tutto era vuoto: sempre qualcosa è esistito,
perché il nulla non è contemplato.
Energia è stata la prima.
Lei ha dato vita alla materia e da lei è nato il tutto.
Il Bianco e il Nero,
radicati in ogni forma di vita e esistenza,
hanno da sempre riempito il nostro piano.
La Bianca, libera
portava la sua dolce e calda luce
in quello che era il vuoto,
ed incontrò la Nera, che lenta
incombeva su quello che la Bianca
aveva fatto emergere dal vuoto,
e l’incontro fu fatale.
Le Due si fusero: la Nera e la Bianca divennero
Una in essere e sostanza.
Unendosi diedero il via al conosciuto.
Esplose alla vita il mondo,
è a Loro che dobbiamo il Tutto
Questa è la Creazione, così come è raccontata da generazioni di bardi e cantastorie su tutta Ter-Valhol, questa è la nenia con cui le balie e le nutrici fanno addormentare i loro protetti, e questo è quello in cui molti, non tutti, credono. Un ragazzo di bell’aspetto, dolci lineamenti del sud, una folta chioma bionda e occhi nocciola, comincia con queste parole, lo spettacolo per un folto gruppo di spettatori.
La risata fra gli astanti scoppiò fragorosa, e il menestrello si compiacque di sé per la scelta di utilizzare la sottile ironia che da sempre contraddistingueva le sue opere.
Attese qualche istante una risposta, che tardò ad arrivare dalle bocche degli esseri che increduli si guardavano l’uno negli occhi degli altri. Poi, riprese:
Un Airys prese la parola cercando di elucubrare sulla trascendenza della storia creazionistica conosciuta, ma subito il ragazzo lo fermò.
Di nuovo la risata scoppiò e con garbo e con la solita ironia il bardo riprese:
Schiarendo la voce, il ragazzo cominciò a recitare il passo seguente, con attenta dedizione e rigoroso rispetto. Gli spettatori, alcuni in rigoroso silenzio, altri con visibile insofferenza, ascoltarono quanto segue.
Dette tali parole, il bardo segnò se stesso con il simbolo che è degli uomini che credono. Il simbolo della conoscenza che solo agli Umani è data avere, e che per la quale, molti sono morti. Passarono alcuni istanti di calma durante i quali tutto il teatro si era ammutolito, e il semicerchio di spettatori scrutava con attenzione l’uomo che stava dando voce al racconto, poi il bardo alzò lo sguardo e con un sorriso appena accennato cominciò la sua seconda “rappresentazione”:
Il ragazzo si scostò ad un lato del palco, accanto un ambone da cui attingere dati, facendo spazio a dei figuranti, uno per razza. Il bardo cominciò a narrare la storia del mondo e del suo inizio: della creazione e della nascita di ciò che costruirà il mondo, e i figuranti con movenze e suoni, ricreavano quanto il ragazzo descriveva a parole. La storia in prosa è riassumibile secondo quanto segue…