APPUNTI SULLA ALCHIMIA APPLICATA
a cura di Haradriel el'H.

Presentazione: 
Il fine di questo testo è quello di collocare dinnanzi al lettore in un lessico che sia il più semplice possibile la storia dell'alchimia. Poiché l' insieme di scritti su questa scienza è sempre stato enigmatico sia per la mente razionale che per quella profana, è mio desiderio quest'oggi presentarla priva del suo simbolismo, e dare delle indicazioni sui processi, sulle le apparecchiature, sui componenti e sulle sue potenzialità . 

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"Alchimia", affascinante parola che fin dall'infanzia mi è rimasta incastonata nella mente come un pensiero fisso. Anni addietro ho letto diversi libri sull'argomento, senza tuttavia riuscire a comprendere appieno quel che vi leggevo. Quest'interesse per l'occulto, posso dire sia in me quasi ereditario poiché molti componenti della mia famiglia, natali inclusi, provavano attrazione per questi argomenti, che posizionano alla base la ricerca di tre importanti punti, che ogni alchimista ha bene in memoria:

 

  • -La conquista dell'onniscienza.
  •  -La cura universale di tutti i mali del mondo
  •  -La trasmutazione di sostanze e metalli


Spesso, a queste motivazioni,è anche affiancata la ricerca della vita eterna, ricerca forse più delle altre, tutt'oggi considerata solo un’utopia.
Leggendo questi tomi di nascosto, dissimulando i libri in altri libri, si andò formando lentamente in me un piccolo spazio di consapevolezza dal quale è sorto poi l'umano bisogno di dare un senso alla propria vita, alla luce di quello che andavo "scoprendo". Oggi, fortunatamente, posso attingere alla fonte della sapienza senza nascondermi, a testa alta, e comprendo appieno quanto sia stato importante nell'adolescenza, preparare il terreno di coltura della mente, perché alcuni semi potessero produrre in età matura, fiori e frutti. Pertanto, posso affermare con certezza che, sebbene alcuni procedimenti siano conosciuti e attuabili anche dal meno portato in materia, è invece necessaria una buona preparazione basilare per comprenderne appieno gli effetti e concepire nuovi studi alchemici.


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Quali sono i motivi che si celano dietro gli sforzi continui, l'infinita pazienza, la tenacia che, nonostante le derisioni attraverso le epoche, spinsero l'alchimista nel perseguimento incrollabile della via da lui scelta?
Certamente qualcosa di molto più grande che un borioso desiderio di trasmutare i metalli vili in oro o la realizzazione di una pozione che prolunghi di poco questa vita terrena, poiché i devoti dell'alchimia non tengono in gran conto di queste piccole cose. 
Il resoconto delle vite dei grandi alchimisti della storia quasi senza eccezione ci induce a pensare che essi si occupavano delle cose spirituali più che di quelle terrene. Piuttosto, si potrebbe senza errore affermare che questi uomini erano ispirati da una visione; La visione dell'uomo reso perfetto, di un uomo libero dal disagio e dalle limitazioni delle sue tendenze bellicose mentali e fisiche, un uomo che si pone come un nume nella realizzazione di una forza che fino allo stremo giace nascosta nella sua coscienza, la visione di un uomo reso veramente a immagine e somiglianza dell'una Vita Divina in tutta la sua Perfezione, Bellezza e Armonia. Un uomo che prende dalle altre razze solo il meglio, elevandosi con i soli propri mezzi su tutte, come un faro di bellezza ed intelletto. Tuttavia, per apprezzare e comprendere tali visioni, è necessaria la conoscenza più piena e gli orizzonti più vasti. Nessuno studioso ha mai dichiarato infatti quali fossero le finalità dell'alchimia: secondo alcuni lo scopo era puramente medicinale. Secondo altri, legate al lucro e al potere derivante da una prodigiosa scoperta.

I passaggi, o fasi dell'opus alchemico, risultano simbolicamente essere quattro:

-Nigredo o fase della materia terrena
-Albedo o fase della materia liquida
-Citrinas o fase della materia astratta
-Rubedo o fase della materia infuocata

Giacche' il nostro scopo è quello di sciogliere i simbolismi e spiegare in semplici termini il significato di queste fasi, di seguito le scomporremo con semplici esempi pratici. Innanzitutto dobbiamo precisare che l'alchimia non è solo un processo meccanico, ma l'unione armoniosa dell'azione materiale alla profonda simbiosi mentale con i componenti utilizzati e lo scopo prefissato. Detto questo, possiamo passare con più chiarezza a specificarne le fasi.

Nella prima fase, il Nigredo, vi è l'unione mentale alla materia indistinta, allo stato primordiale e dalla pura potenzialità . Consiste materialmente nella scelta del reagente adatto sulla base delle sue proprietà , e di infondere in esso parte del proprio mana, polverizzandolo con il mortaio e preparandolo a ciò che si appresterà a divenire.

Nella seconda fase, L'Albedo, ci si confronta all'elemento liquido, il brodo primordiale, che però ha in se già una dualità , una potenzialità creativa. Si tratta della scelta del giusto solvente, come ad esempio l'acqua pura o l'alcool, unendola al composto della prima fase: la polvere o le polveri dei reagenti utilizzati.

La terza fase, la Citrinitas, rappresenta l'affermazione di sé sulla composizione, l'asserzione dell'ego e delle intenzioni dell'alchimista su quello che sta creando. In questa fase quindi lo studioso infonderà al ricavato della seconda fase, la sua idea di realizzazione preparando il composto all'ultima fase, preferibilmente ponendo l'ampolla sull'alambicco o su una fonte di calore.

Infine la Rubedo è la consapevolezza, l'Amore incondizionato, il fuoco della passione che spinge la creazione e la sperimentazione di nuove pozioni. In questa fase l'alchimista setaccerà dalle impurità il composto, e plasmerà in esso il suo mana e l'energia creativa, lasciando raffreddare la soluzione ed infine versandola in apposite ampolle dalla resistenza diversa da pozione a pozione.

Il collegamento con i quattro elementi è quindi tecnicamente fondamentale in queste fasi. Possiamo infatti constatare il passaggio dalla terra (stato solido) all'acqua (stato liquido) e all'aria (stato aereo o vaporoso); Successivamente al fuoco , che segna le successive trasformazioni e nobilitazioni della materia che gradualmente si smaterializza fino a raggiungere la consistenza liquida, unita alla forma eterea della fortificazione, della guarigione, dell' incanto di luce. Oggi questa arte, precedentemente affine solo a pochi eletti, è stata quasi "svincolata" e resa accessibile a tutti, non solo attraverso i tantissimi tomi presenti sul tema ma soprattutto con l'insegnamento delle meditazioni attive, che possono essere eseguite da chiunque e in qualunque contesto. Passiamo dunque ad esaminare le creazioni tutt'oggi conosciute ed i loro effetti sulla psiche e sulla fisicità umana. Gli adepti che a tale scienza vorranno avvicinarsi, dovranno avere un piccolo laboratorio e alcuni semplici strumenti che inizialmente, li aiuteranno a creare le cosiddette "pozioni magiche", ormai entrate a pieno titolo nel mercato delle preparazioni mistiche; diversa è invece, come accennato precedentemente, la strumentazione legata alla ricerca scientifica.


Attrezzatura necessaria:


-Mortaio e pestello
-Ampolle vuote
-Solvente
-Alambicco
-Setaccio a trama stretta
-Reagenti


Il Mortaio dovrebbe essere preferibilmente scolpito in marmo chiaro, o pietra dura levigata. Questo per avere una polvere di qualità superiore, date le proprietà del marmo di polverizzare, con la giusta forza, anche alcuni tipi di gemme. Tuttavia, avendo molti dei reagenti anche componenti d'acqua, come ad esempio le radici di Mandragola, sarà possibile con esso, estrarne le proprietà dalla linfa, senza alterarle con eventuali scarti metallici. 


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Le ampolle, principalmente plasmate dal vetro, possono avere forma e resistenza diverse, a seconda della pozione che andremo ad analizzare. Il solvente, ad esempio, è spesso racchiuso un una piccola ampollina filiforme e dalla resistenza minima, dovendo soltanto questa, proteggerne la purezza. Diversa è invece a composizione dell'ampolla per esplosivi, che si presenta di forma semisferica e plasmata in vetro temprato due volte sulla forgia, di spessore medio di quasi un centimetro.
solventi possono essere molteplici, e vengono scelti sulla base del composto che si andrà a creare. Generalmente, per la piccola alchimia, viene utilizzata l'acqua pura sterilizzata.
L'alambicco è composto da due parti; la prima è costituita da una fonte di calore, generalmente una candela o un lume ad olio che poggia su di una base stabile e solida. La seconda parte, è formata da una struttura di ferro battuto, sulla quale andrà poggiata l'ampolla termo resistente o lo stesso mortaio onde scaldarne la composizione.

Il setaccio a trama stretta è una fitta maglia di filamenti metallici o stoffa, attraverso la quale verrà fatto passare il composto onde eliminarne le impurità .


I Reagenti sono l'anima della creazione, il mezzo attraverso il quale, grazie alle loro proprietà officinali, possiamo creare la pozione finita. I reagenti utilizzati in alchimia sono principalmente (ma non solo)


-Aglio
-Perla nera
-Muschio insanguinato
-Tela di ragno
-Radici di Ginseng
-Radici di Mandragola
-Belladonna
-Polveri di Zolfo


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Le pozioni da questi ricavate, si possono dividere in 4 categorie: Rinfrescanti e Ristorative, Curative e Protettive, Migliorative, Corroboranti.

Tra le Curative e protettive, alcuni esempi di pozioni note:


LA POZIONE DI FORZA
Questo elisir di forza, estratto dalle radici di mandragola, si presenta come un liquido incolore, dai riflessi perlacei e al sapore lievemente amaro. Questa pozione esercita il suo effetto principalmente sulla tensione dei muscoli e sui muscoli stessi donandogli forza ed elasticità maggiori.

LA POZIONE DI CURA

Questo estratto di Ginseng è forse il più conosciuto ed apprezzato anche da chi non è profondo estimatore della materia, poiché'© rimargina le ferite di medio-lieve entità e dona sollievo dai dolori da ustione e taglio. Si presenta come un liquido rossiccio ,dolciastro e dal profumo tipico di ginseng ; ottima per i combattenti e per ogni situazione al limite della pericolosità .

LA POZIONE DI ANTIDOTO

Estratta dall'aglio, dal quale eredita odore e sapore, questa pozione sfrutta le sue proprieta' medico- officinali per bloccare velocemente ed eliminare in poche ore il flusso del veleno all'interno del corpo. Dissipa il veleno contrastandone le proprietà , si mostra come un liquido bianco.

Tra le Rinfrescanti e Ristorative, alcuni esempi di pozioni note:


LA POZIONE DI RISTORO
Questa pozione, è estratta dalla polvere delle perle nere ed ha un'utilissima azione di stimolazione sul sistema nervoso e i vasi sanguigni, riattivando la circolazione e ridando vigore agli arti indolenziti. Ottima per i lunghi viaggi, o per ristabilire le energie quando si è soggetti a profondo sforzo. Si presenta come un liquido giallastro, dai riflessi arancio; è insapore.

Tra le Migliorative, alcuni esempi di pozioni note:


LA POZIONE DI AGILITA'

Questo infuso, è estratto dalle secrezioni del Muschio insanguinato, e diluito con l'acqua sterile, lavora principalmente sui sensori ricettivi oltre che sul sistema cerebrale, donando a chi andrà ad assumerla, stimoli più rapidi e movimenti più agili. Alla vista è un liquido azzurrino, dall'acre odore del muschio e sapore lievemente salino.

LA POZIONE DI VISIONE NOTTURNA
Questo filtro, ricavato dalle tele dei ragni giganti, è' di grande utilità per coloro che lavorano in posti angusti come caverne buie e miniere; questa pozione influisce sulle retini del paziente donandogli una visione migliore in condizioni sfavorevoli di scarsa illuminazione. Inodore e insapore, si presenta come un composto fluido di colore grigio perla.

Tra le Corroboranti, alcuni esempi di pozioni note:


LA POZIONE VELENIFERA
Dal puzzo acre e per alcuni nauseante, amarissimo al gusto e di colore verde spento, questo siero provoca tramite ingestione, o contatto con ferite scoperte e carne viva, uno stato di avvelenamento lieve o avanzato, che porta al paziente lancinanti dolori addominali, senso di oppressione, difficoltà respiratorie, annebbiamento della vista. Estratta dalle foglie e dai fiori della pianta della Belladonna, così chiamata per la sua bellezza e la sua pericolosità .

LA POZIONE ESPLOSIVA
Estratta dalle polveri di zolfo, questa pozione, che assorbe l'odore proprio del reagente vulcanico, è di colore quasi fiammeggiante, non va assolutamente ingerita e viene conservata in apposite ampolle di resistenza maggiore. Grazie all'azione dello zolfo, questo esplosivo liquido si attiva duplicemente, per combustione e per urto. Molto utile come arma da difesa, lanciando la boccetta senza aprirla sul nemico in avvicinamento. Può essere usata anche a distanza, intingendo un lungo stoppino, all’estremità del quale verrà appiccato il fuoco, o anche tramite magie.


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Terminando questo tomo, ricordiamo che dell'Alchimia non siamo in grado di individuare una precisa data di nascita perché essa prese forma con le prime conquiste di conoscenza da parte dell'uomo e dobbiamo dunque accontentarci di affermare che l'Alchimia viene da tempi antichissimi, da quando il genere umano prese a muovere i primi passi sulla via del sapere. Se da un lato l'Alchimia è ritenuta dagli iniziati come una forma sublime di elevazione spirituale, anzi la più aulica, dall'immaginario collettivo essa è sostanzialmente intesa come un forma di magia occulta o, nella migliore delle ipotesi, come un raffinato imbroglio. Invece, contrariamente a quanto normalmente si immagina, la funzione fondamentale dell'Alchimia è rappresentata dalla trasmutazione dell'uomo verso un ideale (e non da quella dei metalli) e in questo consiste la sua vera "Grande Opera" che ha come obiettivo finale il congiungimento dell'uomo con la perfezione divina. Riusciremo mai a compiere la grande opera per diventare perfetti per mezzo dell'Alchimia?
Al tempo l'ardua sentenza.

Haradriel el'H.