Appunti sulla volta celeste

*Quando tornò alla caserma, Sharka si sedette al suo scrittoio, calcolando non più di quattro giri di clessidra da poter impiegare nell’ordinamento di ciò che aveva raccolto negli ultimi periodi di osservazione delle stelle. Girando la prima clessidra, prese un taccuino appena rilegato, ed alla luce della candela, iniziò a vergare*

Considerazioni sulla volta celeste

Per volta celeste si intenda tutto ciò che è intorno a noi, la moltitudine di stelle e di pianeti che orbitano intorno la terra, posata alla base della cupola dell’universo; Coloro che studiano le stelle e la loro posizione nello spazio sconfinato sono soliti lasciarsi chiamare astronomi, e nel corso delle ere dimenticate e poi di quelle vissute, solo gli Airysin ne contano un numero soddisfacente. Mai uomini e Juggern hanno alzato gli occhi al cielo per studiare massivamente i pianeti e la loro posizione, se non per orientarsi durante il loro peregrinare o per stanziare le loro truppe in punti specifici del territorio. Nessuno di loro si è mai chiesto cosa potessero dirci le stelle, e di conseguenza, cosa possiamo noi capire guardando queste.
Qualsiasi uomo che viaggia per le terre dal sud al nord conosce alcune stelle principali; la prima della notte e la prima del mattino ad esempio, che indicano rispettivamente l’est e l’ovest quando il sole è ormai calato e riposa dietro i bordi della terra. Tuttavia la sola conoscenza di queste due stelle non è sufficiente a rispondere ad alcuni dei quesiti che possono affiorare alla mente come: “di che forma è la terra” e “quanto è grande l’universo”: per questo, per quello che può scaturire da una più profonda conoscenza del territorio e degli astri, dai vantaggi bellici e logistici che ciò può comportare, da qualche anno mi lascio concedere di disegnare la loro posizione da qualsiasi posto della terra io mi trovi, così da avere anno dopo anno sempre un quadro più specifico di ciò che sovrasta Ter-Valhol. La prima considerazione che posso fare, confrontando l’atlante del mondo alla volta celeste conosciuta, è che la terra non è semplicemente piatta. E’ possibile infatti, all'avvicinarsi dall’orizzonte ad una locazione come Phyrexia, scorgere dapprima la parte superiore di questa e solo in un secondo momento, avvicinandosi sensibilmente, quella inferiore compresa di mura. Inoltre da nord a sud ed in lungo ed in largo per le terre che si estendono sotto di noi, sono visibili stelle diverse e non sempre le stesse, di diversa intensità luminosa grandezza e posizione, cosa che ugualmente non sarebbe possibile se ci trovassimo tutti al centro della stessa immensa piazza posta alla base dell’universo. Eppure, considerando l’atlante del mondo e le numerose mappature recapitatemi dai miei esploratori, sebbene nessuno si sia mai spinto più a nord dei ghiacciai perenni e più a sud dei Thaig per vederne la fine, nessuna altra forma potrebbe essere minimamente valutabile né mai presa in considerazione per fattori come equilibrio e sopravvivenza delle specie lungamente discussi e che non andremo oggi a ribadire. Tuttavia, da quanto raccolto, posso avanzare una mia personale ipotesi che tra tutte è quella che sposa una visione più ampia e da una possibile spiegazione al tutto: Ter-Valhol è piatta, ma ricoperta da una cupola che chiameremo appunto volta celeste. La visione delle stelle attraverso questa cupola, che ci copre come se fossimo in una bolla di sapone, distorce la percezione dei confini e dell’universo, mostrandoci anche ciò che c’è al di qua e al di là delle zone note, che normalmente sarebbero a noi invisibili se non per merito della suddetta volta.

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Tutto questo considerato, possiamo passare quindi alle stelle note e a qualcosa che chiameremo costellazioni, un modo di suddividere gruppi di corpi celesti in maniera tale che formino un’immagine, rendendoli così immediatamente individuabili, andando a ridurre sensibilmente il tempo di orientamento e l’abilità di comprensione del territorio. Le costellazioni sono venti, e una per una cercheremo di individuarle tutte. Ciò che oggi conosciamo di queste, anche in merito alle recenti scoperte riguardanti gli avvenimenti ultimi, è che non cadono mai; pezzi di esse, frammenti che si staccano da una collisione o per semplice logorio del tempo cadono talvolta colpendone altre che si frantumano a loro volta, creando una sorta di rinnovamento dei corpi celesti e dell’universo; E’ teorizzato da un vecchio studioso conosciuto alcune notti orsono col nome di Llewelin, che nelle scorse ere un grosso pezzo di una stella lontana colpì Ter-Valhol, finendo in mare, e dalla immane collisione si creò un’isola, le cui coste si vedono da quelle della Perla, costantemente monitorate per le creature che pare le abitino. Tutto il resto è congettura o opinione: mi limiterò quindi a riportare così come conosciute le leggende del cielo, se casomai, un giorno dovessero rivelare un fondo ben celato di verità.

La costellazione del Guerriero

La leggenda narra che centinaia di anni fa viveva su Ter-Valhol un guerriero di nome Joneleth il cui valore era conosciuto in ogni landa e paese. Costui, subito il torto di veder rapito il suo amore Istrix, si mobilitò per liberarla, e per farlo uccise ogni uomo che s’opponesse al suo cammino: lui stesso rimase morto nell’impresa, ma riuscì a liberare Istrix che, libera dalla prigionia fisica ma non da quella dell’immenso dolore, decise di gettarsi dalla stessa rupe sulla quale abitava. Ma quando ella si lanciò, qualcosa la trattenne dall’infrangersi al suolo: era Vorannon che aveva posato il suo sguardo su di essa, e piangendo lacrime che divennero stelle cadenti, la sollevò nel cielo e ne fece una costellazione, dove lei e il suo amore sarebbero vissuti per sempre; ma quando ciò accadde, al centro di questa non si formarono due sole stelle, ma tre. Allora Vorannon comprese che la donna aveva concepito un figlio, che divenne la stella centrale della costellazione, accanto Joneleth e lei.
Questo raggruppamento di astri si trova all’ovest, ed è possibile individuarlo facilmente dalle tre stelle che formano la cintura del guerriero -Rigel, Belteguese e Bellatrix- tra tutte le altre costellazioni.*segue schema della posizione e della costellazione nel cielo* Immagine

*Altri appunti sono scritti in maniera rapida su un foglio secondario non rilegato nel taccuino*

Ho incontrato quell’uomo due sere fa, e tralasciando le cose stupide che sosteneva, aveva un metodo molto ingegnoso di catalogare le stelle; Ma tra tutto, ciò che più mi si è lasciato a ricordare, è il fatto che guardasse le stelle ogni notte, utilizzando un cilindro a doppio vetrino. Con quello sosteneva di vedere due soli ed una luna. Dopo lo scetticismo iniziale, mi misi ad ascoltarlo. Ma quando giunse da noi Shayla, il vecchio si distrasse così tanto che smise di raccontarci della seconda fonte luminosa. Cosa intende per secondo sole, cosa sia e dove lo veda, sono domande che forse, resteranno ancora a lungo senza una vera risposta.