Legenda:

Frammenti del Carmina
Trasposizione della Chiesa

NB: Si ricorda ai giocatori che vogliono seguire i Culti Neri che dovranno fare capo solo ai paragrafi scritti in rosso, mentre a coloro che vogliono seguire il Cantico della Luce, che dovranno far capo anche a quelli segnati in blu. Per specifiche sui due pensieri, si rimanda alla razza umana

Storia

Tutto ciò che si conosce sulla figura di Vorannon è frutto degli studi eseguiti dalla Chiesa Madre sugli scritti risalenti all’Era del Buio. Agli albori della civiltà umana, infatti, dopo il Ter-Red, il primo Sovrano Dohor Glover trovò durante una spedizione estemporanei stralci semi bruciati, che si riferivano alla virtuosa vita dell’Abate Vorannon di Esennia, la città dimenticata e divenuta leggenda.

L’uomo comprese immediatamente che quei frammenti fossero parte di qualcosa di più grande; aveva infatti rinvenuto i resti del Tomo Sacro, il Carmina, dando vita al Culto di Vorannon. Avendo a disposizione lo studio di soli pochi fogli, si conosce ben poco del presunto tomo: non è del tutto conosciuta la vita dell’Abate così come i pensieri e gli insegnamenti da lui scritti. Da quel momento, l’intera società umana fu completamente protesa al ritrovamento di altri frammenti del Carmina: nacque così la Legione Esploratrice, un corpo composto da devoti animisti, abili guerrieri, mirabili cartografi e strateghi che, da allora, non ha mai interrotto le indagini per le terre di Ter Valhol. Si crede che la maggior parte dei reperti siano dispersi nei territori più inaccessibili, come il Deserto Centrale, le Isole e i territori abitati da minacciose creature; per questo motivo trovare nuovi frammenti è estremamente difficile. I testi del Carmina recuperati sono protetti nella Chiesa di Vorannon e solo l’Abate e gli studiosi fidati ne hanno accesso.

Nelle pagine ritrovate del Carmina è possibile supporre che il Libro Sacro sia diviso in diverse sezioni: una sulla vita dell’Abate Vorannon, una sulla Creazione di Ter-Valhol, una sui “Kathya e Khyarmin”, una sul “Valaistus” e l’inganno primordiale e una sugli Insegnamenti di Vorannon. Tuttavia dei reperti fino ad oggi ritrovati vi sono solamente la ricostruzione della vita dell’Abate ed i suoi insegnamenti; Gli altri termini sono ancora delle incognite, che la Chiesa ha interpretato secondo quanto scritto nei frammenti noti.

Circa la sua vita, emerge che abbia vissuto tra gli umani e le altre razze in un’unica grande città, e che tra gli umani Egli fosse il più autorevole. Aveva il potere della guarigione, riusciva a proteggere e prendersi cura di chiunque e si riferiva agli umani, anche più anziani di lui, con l’appellativo di “figli” o “Khyarmin”. Accomunava i suoi figli all’acqua, che senza una forma precisa, è in grado di adattarsi in qualsiasi contenitore assumendone la forma.

Carmina – La creazione

Khatia, e dunque il Kaos
e nulla che fu di Vesentrasina.
La Bianca con la Nera,
ed opposte nell’etterno
odeporico il Verdetto
del Fato fu.

“Non ad immagine di Vesentrasina, ma dall’origine e attraverso il Caos scaturì il tutto. La creazione originò la Bianca e la Nera ed al Fato spettò l’immenso Verdetto.”

Nei testi è più volte viene menzionato il Mondo come “Origine del Fato” facendo riferimento alle energie primordiali, la Bianca e la Nera, creazione e distruzione. Viene dunque ripresa la tesi sostenuta dagli altri popoli che Ter-Valhol sia il frutto del caso, ma mentre tra i miscredenti l’esistenza di entità divine non viene contemplata, nel Carmina alcuni passi lasciano cogliere l’esistenza di un qualcosa di primordiale, Kathia, e qualcosa antecedente al mondo conosciuto, Vesentrasina.

Carmina – Insegnamenti di Vorannon

Khyarmin, perché è questa la ragione.
Khyarmina perché questo vi guidi.
Senza che vi dia forma,
come nelle mani l’acqua,
prendetene all’abbisogna.

“Hyalin, miei cari figli, voi che per ultimi calcaste l’origine del Fato, come acqua vergine versata nel vaso apprenderete dai Khyarmin la vita. Da loro e il mondo tutto trarrete la conoscenza; non abbiate forma: siate l’ago della bilancia che sempre indica l’equilibrio nelle cose.”

Carmina – Insegnamenti di Vorannon

…e per questo e per tutto
Hyalin io vi chiamo.
Chè del volgere all’unione
l Kaos vuole prevenire.
Hyalin e Khyarmin
goccia e oceano:
dissetate il mondo di vita,
e siatene sazi!

 “Dal connubio di Hyalin e Khyarmin, goccia ed oceano, la vita prospera. Voi siete strenna dei Khatia; è nell’unione che v’è il divenire. Una goccia si perde nell’eterno del deserto, ma la pioggia disseta la terra consigliando la vita. Siate uniti, siate il trionfo del futuro, siate la fonte del raccolto.”

Fulcro del pensiero di Vorannon è la fratellanza tra gli Hyumai che solo attraverso la collaborazione dell’uno verso l’altro è possibile dare un seguito all’esistenza. Viene dato risalto alla caducità della vita ed è dunque per la brevità dell’esistenza individuale che bisogna unirsi e plasmare una civiltà resistente al tempo.

Carmina – Vorannon

Non del Kaos, ma
di costui il Flusso irradia
l’anima che agli altri guarda.
Che essa ne sia sposa,
una volta per tutte…

“E Lui concesse ai suoi discepoli il potere, dalle sue carni un flusso raggiunse i fedeli servitori che della vita divennero guardiani. Animisti li chiamò, coloro la virtù avrebbero fatto sposa, e di Lui sarebbero stati gli occhi e le mani per proteggere i figli ”

Tra gli scritti del Carmina vi sono una moltitudine di riferimenti agli “Animisti” che emergono come i primi discepoli di Vorannon. Viene riposta in loro la fiducia del Messia come pilastri di Ter-Valhol. Sono considerati come i “più umili tra i re”, in grado di occuparsi dei fratelli come fossero i loro stessi figli. Fu proprio la presenza di questi soggetti ad alimentare il culto di Vorannon dopo i primi studi condotti sul Carmina. Per questa ragione nella civiltà umana gli Animisti occupano un ruolo di vitale importanza.

Carmina – Vorannon

…lungi a credere
del Valaistus sia la meta.
Alla base di una promessa,
un inganno si cela.
E che gli altri non leggano,
quanto non ho scritto:
che del falso non si han previsioni.

“Ed Egli mise in guardia i figli suoi e quasi le lacrime solcarono il suo viso quando veicolò il dubbio sull’avvento del Valaistus. Con ardore ammonì le genti: coloro che sono sempre si macchiarono dell’inganno e la compassione non gli è cara. Chi è facile ai sotterfugi non è mai prevedibile.”

In alcuni frammenti sulla vita del Messia, viene raccontato il Valaistus come un evento caro all’Abate, a cui tuttavia non è stata data ancora una vera spiegazione. Egli parla spesso di inganno primordiale, messo in opera da “Coloro che sono sempre”. Nel Carmina infatti vi sono oscuri riferimenti a delle entità ingannevoli dalle quali Vorannon mette in guardia i suoi figli; queste non vengono considerate maligne, ma prive della compassione, sentimento più nobile secondo il Messia. E non manca di ammonire gli uomini a prepararsi a grandi guerre nel caso in cui l’ira di questi esseri avesse sconvolto i disegni del Fato; tuttavia prestandosi a molte interpretazioni, alcuni uomini ravvisano in questi versi una minaccia reale, incolpando Airysin o Juggern del mancato Valaistus. La stessa morte di Vorannon, avvenuta in tarda età e per sua volontà, è fonte di grande mistero. Sembra infatti che l’uomo, ossessionato dall’inganno primordiale e da ciò che questo avrebbe comportato, si lasciasse morire per donare agli uomini il suo ultimo dono: Il Cantico termina enunciando che l’Abate, in punto di morte, avesse imbrigliato il suo potere frammentandolo nelle parti del proprio corpo, dando così origine al “Flusso” derivante dalle Reliquie.