Si pensa che i Primi ad esistere furono gli Airysin, i millenari esseri che non conoscono la morte. Usufruitori puri dell’essenza, gli Airysin hanno il dono di esistere in ciò che esiste, in profonda simbiosi col mondo che li circonda; questo li rese fortemente consci delle loro potenzialità ed altamente competitivi tra loro stessi. Esseri tanto meravigliosi di aspetto quanto impuri di cuore, la loro smisurata intelligenza li portò presto a studiare le energie che governano il creato, divenendo maghi eccelsi e portatori loro stessi del “marchio”. E mentre i Primi crescevano e prosperavano, forse i Secondi cominciarono a muovere i primi passi nel mondo. 

 

I nuovi giunti erano opposti agli Airysin: semplici d'aspetto ma grandi di cuore, mossi da una passione che come fiamma inestinguibile ardeva in loro. Esseri passionali e giusti ma senza lo sconfinato intelletto, la bellezza e l'immortalità dei primi, furono da essi chiamati Juggern, “Eroi” per l'indole che li portò presto ad essere campioni leggendari. I Secondi completavano i Primi, entrambi nati al sorgere del Primo Sole, che li riconobbero immediatamente come cugini a cui dar attenzioni e consigli, senza mai esserne intimoriti. Questo sia perché le due razze vivevano in pace nel reciproco rispetto, unite sotto un unico cielo senza distinzioni o diversità, sia perché gli Airysin mai considereranno un’ altra stirpe come una minaccia per la loro.

 

La leggenda narra che questi due grandi popoli edificarono in soli tre giorni la prima città, Esennia, frutto del lavoro congiunto di tutti coloro che erano capaci di fare qualcosa: l’incredibile forza e praticità dei Juggern unita alle grandi conoscenze e al senso estetico degli Airysin creò una delle costruzioni che passò alla leggenda per sfarzosità e bellezza. Per molto i due popoli vissero insieme nella pace della civiltà d’Esennia completandosi tra loro, e per molto credettero che per sempre sarebbero rimasti l’uno con la sola compagnia dell’altro; Juggern e Airysin vivevano in mutuo beneficio, l’uno bruciante di passione, l’altro illuminato di sapere, entrambi rischiarati della stessa luce e ognuno sostenendo dove l’altro necessitava. 

Fino a che, al sorgere del Secondo Sole meno radioso del primo , qualcosa avvenne. Alcuni esseri simili a loro, che quasi sembravano un miscuglio tra le due razze, vennero in contatto con la civiltà Esenna, e poco dopo accolti in città. Gli Airysin accettarono con scarso interesse le nuove creature che non eccellevano in niente, mentre i Juggern fremendo dal desiderio di mostrare disponibilità ed accoglienza così come i Primi fecero con loro.  Gli immortali chiamarono questi nuovi esseri Hyumai, “gli Ultimi Giunti”: questo termine nacque tra i Primi con un’accezione dispregiativa, poiché segretamente rivolto alla loro poca capacità di capire con immediatezza ciò che gli era spiegato. Venne però accolto dai Juggern come un riferimento alla loro tardiva nascita e da allora, così appellati. Costoro entrarono nell’equilibrio di Esennia, che in lingua antica vuol dire “senza diversità”, in punta di piedi, cercando di capire e conoscere i loro nuovi vicini con infinito garbo. I primi periodi non furono complicati: gli Ultimi impararono moltissimo dai Primi, che per loro erano indistintamente Airysin e Juggern, e verso questi ebbero un comportamento di grande stima e rispetto. I Primi accettarono senza problemi la loro presenza che nulla dava e nulla toglieva, pur senza accudirli così com’era stato per i loro cugini, ed i Secondi li protessero e assistettero con vigore, come fossero loro amici. 

 

 

Per lungo tempo questo equilibrio tra tutte le razze esistenti fece prosperare la civiltà fino a livelli inverosimili: grande era la conoscenza che gli umani acquisivano dai Primi ed epiche le meravigliose costruzioni dell’Unica città. Questo è ciò che ci è stato tramandato: ora, di tutto questo splendore, è rimasto solo leggenda. Senza un motivo plausibile, senza che alcuna motivazione possa spiegare la ragione recondita, tutto questo semplicemente finì. Esennia svanì, come non fosse mai esistita e gli esponenti che un tempo vivevano a stretto contatto tra loro, ne uscirono cambiati. Ogni popolo preferì isolarsi dall’altro, allontanandosi così con i propri simili dalle altre due razze. Fu questo il momento in cui Ter-Valhol conobbe un’inesorabile involuzione: la Scissione era avvenuta, e con essa secoli di storia vennero perduti. Di Esennia e del tempo che fu non si ebbero più notizie né testimonianze e neppure coloro che li vissero, gli Airysin, ricordano molto: solo barlumi di ricordi intervallati da una tabula rasa inspiegabile, chiamata Ter-Red: il periodo Buio. 

Esennia, a tutt’ora, è considerata leggenda e come tale la breve storia conosciuta sulla sua esistenza è vista un mero barlume di realtà. Se questa storia fosse vera, sarebbe nella Profonda Desolazione che si potrebbero trovare i resti dell’antica civiltà. Nel corso dei secoli gruppi di studiosi, prevalentemente Airysin, hanno sostenuto la tesi del “buco temporale” come qualcosa di voluto: un artifizio magico, un potentissimo incantesimo invocato da una qualche creatura o essere, che possa aver cancellato dalla mente di tutti quanto accaduto durante questo periodo. Una seconda via di pensiero riguarda coloro che credono che Esennia non sia mai esistita e che tutta questa storia sia solo una leggenda. Tuttavia ad oggi nessuno è ancora riuscito a spiegare il buco temporale di ben 200 anni che separa il risveglio delle razze dalla loro diaspora. Da secoli studiosi e cercatori di tesori donano la propria vita alla risoluzione dell’annoso dilemma: i primi cercano nella vibrazione residua di una magia così potente, come sarebbe dovuta essere quella descritta dalla teoria complottista, la risposta a quanto accaduto. I secondi sono all'insistente ricerca delle rovine di Esennia, per poter avere una prova tangibile della veridicità della leggenda, e molti altri per poter speculare su rinomati tesori della grande civiltà dimenticata.