Al tempo in cui la città d’Esennia era già stata edificata e resa prospera dall’unione con gli amati cugini Juggern, gli Airysin scoprirono che alcuni di loro nascevano con il corpo macchiato da una piccola voglia. Al principio non erano in molti a portare sulla pelle, sin dalla nascita, questo strano segno, per cui nessuno vi diede realmente peso: si parlò di bizzarri scherzi del Caso, fino al giorno in cui i neonati che mostravano il marchio divennero la stragrande maggioranza delle nascite.

 Gli Immortali dunque capirono che non poteva trattarsi di una semplice coincidenza e che qualcosa, anzi, si stava evolvendo nella loro razza. Furono così interpellati i saggi, i Primi che furono, ma neanche costoro avevano mai visto nulla di simile. Essi dichiararono che il tempo sarebbe stato maestro e che solo quello, prima o poi, avrebbe fornito loro le risposte. Ed il tempo delle risposte infatti venne, quando alcuni manipolatori dell’Essenza apparvero tra loro. Verenni essi si chiamavano, e furono i primi a conoscere la manipolazione di quella che per loro null’altro era che l’energia della Bianca e della Nera. Keyra e Jonleth, i gemelli della casata Naik erano tra gli esponenti e sopra di essi Akennion, loro precettore.

 I Verenni, elevatisi sugli altri Airysin a maestri, spiegarono che la macchia stava a significare la natura magica del soggetto: coloro che nascevano con tale segno sarebbero divenuti padroni indiscussi della magia, perché in loro essa era innata. Coloro che ne erano sprovvisti sarebbero stati invece negati ad essa, e mai capaci di dominarla. Gli Airysin che portavano il segno lo presero dunque come ragione di vanto, iniziando a vedere con occhio differente coloro che non l’avevano. Lo chiamarono Quyn, in antico Esenno “Segno” e convennero sul fatto che, pur avendo forme diverse, tutte ricordavano gli elementi della natura. Quello che veniva impresso dal Caso sul corpo dell’airys alla sua nascita sarebbe dunque stato l’elemento magico che l’individuo avrebbe controllato e plasmato a suo piacimento.

 

 

 Correva l’anno 165 quando i Verenni aprirono le prime accademie della magia, ognuna dedicata ad un elemento in particolare. Per molti anni gli Airysin portatori di Quyn frequentarono e resero grandi le accademie, fino a che anche alcuni non segnati, in segreto si avvicinarono ad esse. Quando si scoprii che costoro, nonostante avessero più difficoltà dei fratelli con il quyn, non fossero completamente negati alla magia, vi fu enorme stupore. I Verenni non vollero mai ammettere di aver errato il loro giudizio: additarono invece i non segnati di voler sopraffare gli altri, e fu in questo preciso momento che la storia di Esennia e della pacifica convivenza iniziò ad incrinarsi irrimediabilmente.

 Tra i due ceppi di airysin capeggiati l’uno da Keyra, portatrice di Quyn e l’altro da Jonleth, non portatore, iniziarono a crearsi invidie e tensioni. Venne data per la prima volta voce all’idea di superiorità dei portatori di Quyn, concetti intimamente covati da ogni Airys fin dalla nascita dei Verenni, e coloro che ne erano sprovvisti furono appellati in maniera dispregiativa Quyn-red, i senza segno. Per evitare ogni sorta di ripercussioni, Jonleth decise di scindersi dalle accademie magiche già esistenti e di crearne una per soli Quyn-red: nello stupore generale, loro maestro si offrì lo stesso Akennion, il capo dei Verenni. Con la giusta guida il potere dei quyn-red crebbe velocemente, dimostrando con i fatti l’inesattezza di quanto asserito dai Verenni; Tra le vie di Esennia, da allora, fu un susseguirsi di schermaglie e lotte intestine. La pace della città-leggenda fu macchiata dal sangue dei morti che ogni giorno venivano provocati sia tra gli Airysin che tra le altre due razze, che assistevano sgomenti a tanto odio fratricida e scatenata sete di potere.

 I popoli tutti conobbero settimane di terrore e di paura: il corpo trovato senza vita di Keyra annunciò che la guerra era ormai vicina. Ma improvvisamente, dall’oggi al domani, in una sola notte, sparirono tutti i Quyn-red. A questa scoperta i Verenni, ormai accecati dal risentimento, incolparono Akennion di aver dotato ogni Airys di un Quyn; si coalizzarono quindi verso il loro vecchio maestro con il preciso intento di uccidere, per orgoglio, colui che gli aveva fatto il dono della magia. Scoppiò così una violenta battaglia per le vie della città tra i Verenni ed Akennion, conclusasi con l’uccisione da parte di quest’ultimo dei propri vecchi allievi. Alla fine di tale battaglia, gli Airysin scoprirono che i Verenni custodivano 4 globi che contenevano gli spiriti dell’essenza. Fyrake, essi si chiamavano, ed in essi risiedeva il potere magico del loro popolo.

 Akennion dunque richiese che qualcun altro potesse continuare a custodire i globi per lui così come i suoi allievi avevano fatto fino a quel momento, senza unirli mai.  Venne istituito così il Concilio Airysed, del quale presero parte i 4 capostipiti delle principali casate: Kaylan Naik padre dei gemelli, Taras Shayreen, Gaerys Nauvyn e Ennon Nekto. A loro fu dato il compito di guidare il futuro del proprio popolo e di proteggere, senza mai riunire, i 4 Fyrake.

 Tuttavia, da lì a poco, anche gli Akyledin tradirono la parola data ad Akennion e, assetati di un potere superiore, riunirono i 4 Fyrake. Correva l’anno 290: l’anno della distruzione di Esennia. Tra le vie della città comparvero i 4 spiriti elementali che iniziarono l’opera di distruzione di ciò che li circondava senza alcun controllo, scatenando la rabbia repressa nella propria prigionia. Nessun mago airysed, nessun chierico umano e nessun guerriero jugger poté far nulla per arrestare la loro avanzata. Fu così che Akennion tornò alle armi: la battaglia fu brutale, devastante, e se pure il grande maestro riuscì a richiudere di nuovo gli esseri nelle loro sfere, il numero di morti di ogni razza fu incalcolabile e la città venne rasa completamente al suolo.

 Di Akennion e dei Quyn-red non si ebbe mai più notizia, e chissà come, molto venne dimenticato e prese le forme di una leggenda. Quelli che un tempo vivevano come fratelli si separarono, feriti dalle morti e da quanto avevano perduto, ma gli uni senza alcun rancore verso gli altri: pur separandosi, gli Airysin amavano ancora i loro cugini Juggern e questi ricambiavano in egual misura sia verso i Primi che verso gli amici Umani. I conciliatori guidarono gli Airysin verso una nuova vita, con la consapevolezza di aver causato loro stessi tanta distruzione, pur non ricordandone motivi, fatti, né lo splendore della loro amata Esennia. I Primi da allora vissero nel turpe segreto di quanto avvenuto, assistendo alla morte dei padri dei loro cugini, senza mai raccontare ai loro discendenti ciò che di Esennia essi sanno: e così tra i popoli, la storia divenne leggenda, e poi lentamente dimenticata.

   

 

Sotto la guida del Concilio e senza una città in cui abitare, nel 290 gli Airysin iniziarono la diaspora dei Popoli spingendosi verso l’estremo nord. Superarono le montagne del Ben-Morgh e vagarono per le terre innevate fino a raggiungere le pendici del monte Quyn, oltre il quale i ghiacciai perenni non consentivano di andare. La landa, popolata da orchi e giganti dei ghiacci, fu a lungo macchiata dal sangue di entrambe le razze, screziature rosso cremisi sul bianco della neve. Dopo quindici anni totali di esodo e lotte, nell’anno 305, iniziò lentamente a sorgere quella che sarebbe divenuta Camaguey, la Rocca d’Inverno.

 Nel corso del tempo, dal piccolo villaggio che fu, Camaguey si estese fino ai piedi del Monte Quyn, dove sorgono le terre coltivabili, frutto di ingegnosi studi degli arcanisti della Prima Torre. La costruzione di questa città fu lenta e faticosa; molto del lavoro fu effettuato dai costrutti di pietra che gli airysin riuscirono ad evocare. Camaguey fu eretta in bellezza, perfettamente inglobata nel ghiaccio del monte Quyn, senza difese o fortificazioni sconvenienti a tanto splendore. Passarono tuttavia sessant’anni in pace e mai nessun nemico riuscì a scuotere la calma della Valle di Ghiaccio.

Correva l’anno 368 quando gli Airysin ebbero nuovamente notizie dei loro cugini Juggern. Dalle vette del monte Quyn venne data notizia al Concilio dei Quattro che un gruppo di umani si stava avvicinando alla valle di Camaguey. Quattro uomini, provati ma non uccisi dal freddo grazie alla presenza del Chierico di Vorannon, giunsero alle porte della città e deposero le armi; sul loro volto, un oscuro presentimento frutto di un’enorme preoccupazione. I Juggern, che in quei settanta anni erano divenuti grandi, avevano dispiegato la loro forza armata lungo i confini con Phyrexia. A nessuno gli uomini seppero rivolgersi se non ai Guardiani del Creato ed essi si offrirono di aiutare gli huymai, più per la necessità di capire cosa avvenisse che per effettivo interesse verso la loro razza. 

 I conciliatori, con la loro scorta armata, partirono quella notte da Camaguey e raggiunsero, alcuni mesi più tardi, Phyrexia. Là incontrarono l’Erede di Vorannon e re Arkas Buwler, con i quali ebbero una lunga conversazione sui fatti: senza alcuna ragione, senza alcun presagio, i Juggern erano partiti da quella che chiamavano “La Perla”, minacciando con i loro eserciti i sacri confini di Phyrexia.

I Primi, certi della loro amicizia con il fiero popolo Jugger, si offrirono di seguire gli uomini al fronte e di ristabilire per loro l’antico assetto di pace. Correva l’anno 369, l’anno della Prima Grande Guerra dei Popoli. Ciò che gli Airysin però trovarono, ai confini tra le Verdi Terre ed il Deserto, andava ben oltre la loro immaginazione: Ederkar II, il figlio di colui che più fu amico e grande tra i Juggern, era ridotto alla stregua di un burattino. Nulla ridestava il suo sguardo pesante e vitreo, e completamente perso era, sul suo bel volto, ogni accenno di un’emozione. Inutile fu provare a ragionare con il re dei Juggern; a nulla valsero le richieste di spiegazione. Su quello che presto sarebbe stato il fronte di guerra, con gli occhi di uno puntati in quelli dell’altro, il Juggake roteò la sua spada, decapitando in un sol colpo la metà dei diplomatici inviati. Ordinò dunque a quelli rimasti in vita di portarne la teste ancora sanguinanti al Re e agli Akyled: in quel preciso istante, la Ferfytwor era iniziata.

 

 

 Gli Airysin, colti dalla consapevolezza che il destino di Ter-Valhol si sarebbe compiuto quella notte, si unirono agli uomini, perlopiù incapaci di fronteggiare l’esercito Jugger che gli si parava davanti, schierando un esercito formato da soli maghi. L’intera forza fisica e fanteria della Rocca d’Inverno era composta da sole evocazioni: gli Airysin pur non dichiarandolo, furono intimamente convinti che, con un esercito del genere, avrebbero potuto vincere la guerra anche da soli. La strategia vide per primi gli arcieri umani caricare i Juggern con la loro pioggia di frecce infuocate. Ma i Juggern, indifferenti alla potenza mortale delle frecce, partirono alla carica sulla prima linea degli alleati e con forza dirompente la scaraventavano in aria. Gli umani dalle retrovie cominciarono a recidere le corde che tiravano le catapulte focalizzando i proiettili sui Juggern. Ma erano troppi, la morte non li spaventava ed intere colonne erano pronte a caricare non appena l’impatto delle prime scemava nella schermaglia. La prima linea degli alleati cominciava a cedere, molti uomini fuggirono dinnanzi a quell’impeto omicida. A questo punto gli Airysin diedero forma all’Essenza: dalle loro mani, crearono immensi schieramenti di colossi di pietra, spiriti di fuoco e giganti di ghiaccio, che in poco tempo ricacciarono indietro i Juggern riconquistando il terreno iniziale.

 Ma quando Ederkar II, insieme ai suoi generali, sfoderò la potenza mortale delle Juggernesh e tutte le evocazioni vennero dissipate, gli Airysin presero coscienza della loro imminente morte. Fu così, nella fretta della fine che incalza, che il concilio degli Akyled tradì nuovamente la parola data ad Akennion e riunì i quattro Fyrake. Il cataclisma che distrusse Esennia si replicò una seconda volta, abbattendosi sul fronte bellico e mietendo vittime in ogni schieramento. In quella tragica notte persero la vita circa 30.000 airysin e le ferite della guerra tardarono a rimarginarsi. Ennon Nekto, e con esso gli altri tre conciliatori, lasciarono il campo di battaglia riportando il loro popolo, deluso e spossato, alla Valle di Ghiaccio.

Nei mesi successivi alla Ferfytwor il valore degli Akyled, sebbene non interamente meritato, divenne leggenda. Si disse addirittura che Taras Shayreen fosse stato visto cadere, mortalmente ferito, per poi tornare a Camaguey come se non avesse riportato lesioni e che Ennon Nekto riuscì, solo guardandolo negli occhi, a dissuadere il sanguinoso Jugger dall’intento di ucciderlo. I Juggern divennero mostruosa parte delle nenie che le balie narravano ai bambini e molto si parlò, tra gli uomini, delle prodezze di coloro che interruppero la guerra seminando il Caos. Gli Airysin, invece, avevano focalizzato l’attenzione su un dettaglio molto più importante: l’esile figura incappucciata che, destreggiandosi tra le vittime dello schieramento Jugger, pareva strappare loro l’anima attraverso uno anello dorato. Tuttavia nessuno riuscì mai a stabilire chi fosse quella figura e quale il suo potere o intento.

 

Storia Moderna

Negli anni che da lì in poi vennero, Camaguey si concentrò sulla fortificazione della Rocca d’Inverno e a ricostruire il basso morale del popolo Airysed. A lungo serpeggiò nella Rocca la voce, peraltro mai verificata, che un Fyrake, uno dei globi elementali che decretavano il potere decisionale di ognuna delle quattro casate, fosse andato perduto durante la Ferfytwor. Per non creare disordini e sovvertimenti del governo oligarchico, i Conciliatori non diedero adito alle malelingue; Imprigionarono anzi i sovvertitori del popolo, mettendo così a tacere quella voce per sempre.

Fu alcuni anni più tardi, agli albori del 400, che il capostipite della Fyrred Nekto scoprì i responsabili di tale diceria. Una delle casate minori, l’Eyleed, al rientro dei conciliatori dalla Ferfytwor, creò scompiglio in ogni rango della società con il preciso intento di approfittare del malcontento del popolo, appena condotto in guerra, per sovvertire l’ordine delle cose e far decadere una delle casate maggiori, prendendone il posto. Alcuni documenti rinvenuti successivamente nella dimora Eyleed fecero fortemente sospettare il Concilio dei Quattro che il tutto fosse parte di un piano ben congegnato e messo in atto con l’appoggio di una delle casate maggiori, alla quale non è stato mai possibile ricondurre. Quando le trame degli Eyleed furono scoperte, la Fyrred Nekto ne invocò il Diritto d’Asservimento, il Ke’Fyr E’ questa una singolare tradizione Airysed secondo la quale, se un membro di una delle casate venisse sorpreso in atti che andassero contro il Concilio e la pacifica convivenza di Camaguey, tutta la famiglia diverrebbe sottoposta o “Hylten”, della famiglia che l’ha smascherata, “Fünxëa”, obbligando il capostipite della Hylten ad abdicare in favore di quest’ultima. Il Diritto d’Asservimento è spesso invocato nelle lotte di potere; è per questa ragione che gli Airysin tessono le loro trame in segreto, poiché il farsi scoprire costituirebbe per sempre infamia e sottomissione. Gli Airysin, dopo il primo episodio di quella che sarebbe divenuta la consuetudine negli anni a venire, continuarono, senza particolari degni di nota, la loro esistenza incentrata sullo studio e sul prestigio delle casate, ora più che mai decisi a dare forma e nome agli eventi dimenticati e alle cause dell’ultimo male che si era abbattuto sul loro popolo.

Era l’anno 428 quando le accademie di Camaguey realizzarono che nessuna evoluzione proveniva, da secoli, dal popolo dei Saggi. Il sapere invero fioriva di giorno in giorno, ma nessuna importante novità si riscontrava nel popolo dei Primi, che avevano assistito alla crescita dei regni delle razze minori senza mai affinare nulla nel loro stile di vita.

Quando fu chiaro che nessuna novità sarebbe giunta cercando di rievocare le reminiscenze passate, i quattro Rettori delle Torri Magiche richiesero udienza al Concilio degli Akyled, richiedendo loro il permesso di indire una spedizione alla ricerca delle rovine di Esennia. In quell’episodio, durante il quale ogni Fyrred reclamava il diritto di ingiunzione sulla spedizione e sui suoi risultati, fu chiaro che nessun gruppo sarebbe mai potuto partire senza qualcuno che mediasse per loro.

Con i Juggern in isolamento e i rapporti gravemente recisi, il gruppo ripiegò sulla Chiesa di Vorannon a Phyrexia per avere supporto durante l’esplorazione. Questo sia per l’innata abilità oratoria umana, che sarebbe servita a mitigare l’antagonismo Airysed, sia per la necessità di avere abili guaritori a supporto della spedizione.

Dopo diversi anni di organizzazione, nel 435, partì il primo manipolo di Airysin e Hyumai dalle Terre Verdi Meridionali; Il gruppo costeggiò tutto il Massiccio Centrale alla ricerca di un passo sufficientemente stabile per permettere agli esploratori di attraversare i monti e raggiungere la Grande Desolazione. Questo venne individuato alcuni mesi più tardi, quando il gruppo riuscì ed entrare nel Deserto e tornarne illeso circa un anno dopo.

 

 

Al loro rientro raccontarono di una sconfinata distesa lunare senza l’ombra di vita alcuna: nessun animale, pianta o insetto trovava sopravvivenza in quelle terre, che passano repentinamente da uno stato di calma piatta a quello di estremo Caos, solo creature spaventose e mai viste prima. In un solo attimo, senza che vento s’alzasse o nuvola ne offuscasse il cielo, la Grande Desolazione veniva invasa da immani tempeste di sabbia, piogge di fulmini e tremendi terremoti, per poi tornare nello stato di completa calma solo pochi istanti dopo.

Il gruppo restò accampato nell’area per molti mesi e fece ritorno dopo circa un anno dalla partenza, senza aver trovato le rovine di Esennia: a causa dell’aria rarefatta del luogo, non fu possibile per Airysin ed Umani indugiarvi più a lungo: molti cominciavano a mostrare segni di primo cedimento, e nei casi più gravi, allucinazioni.

Tuttavia il mancato rinvenimento delle spoglie dell’antica civiltà aveva fatto spazio al ritrovamento di qualcosa di altrettanto straordinario. Nascosto in una grotta sorvegliata da mostri spaventosi, che strenuamente lottarono per giorni fino alla loro morte, fu rinvenuto quello che pareva essere un femore umano, investito di una strana energia. Airysin e guaritori ne furono subito affascinati; il reperto fu portato a Camaguey e a lungo studiato dai mistici della torre senza successo alcuno: qualsiasi ricerca i Primi vi facessero, non fu in grado di lasciar loro comprendere altro se non che si trattasse di una spoglia umana e che il suo potere non fosse in alcun modo riconducibile all’Essenza o al Mentalismo.

Compresero dunque che lo strano femore fosse qualcosa di relativo alla “Pseudo magia umana” e, non sapendo cosa farsene, lo donarono alla chiesa di Phyrexia in compenso per i guaritori forniti in spedizione.

Fu così rinvenuto Emturo, la prima delle sacre reliquie che si credono appartenenti al corpo di Vorannon, investite dei suoi sovrumani poteri alla morte. La notizia del rinvenimento, sebbene non fu divulgata ufficialmente, in qualche modo trapelò, assumendo i contorni di un’epopea tra gli uomini e rafforzando il credo in Vorannon. La chiesa di Phyrexia ne uscì ancora più ricoperta di onori e glorie, ricevendo atto della veridicità di quanto riportato nel Carmina. Alcuni gruppi di dissidenti umani, prevalentemente studiosi e intellettuali, ipotizzarono che la notizia fu volutamente lasciata filtrare dalla grande istituzione per allungare le proprie mani e la propria parola sulle “verità restanti” che non potevano reclamare i Primi. Questa voce fu accolta seriamente solo in pochi e selezionati ambienti, ma fatto reale fu che i pochi uomini che ancora indugiavano, cedettero anch’essi al Credo ed alla Chiesa, e che la reliquia fu da allora adorata in ogni borgo, seppure tenuta sempre in affidamento della Cattedrale e mai mostrata al pubblico, come non esistesse.

Tale fu la fama della scoperta effettuata durante la prima spedizione, che alcuni mesi più tardi, attratto dai misteri e i fantastici reperti che pareva si celassero nella Grande Desolazione, l’Akyled della casata Nuvyn, che da sempre aveva fatto del sapere la propria ragione di vita, riuscì a convincere il concilio dei quattro a prender parte alla prossima spedizione, adducendo ottime motivazioni. Si dice che gli Akyled restanti, consci che i Nuvyn sono da sempre stati i meno dediti alla vita politica, avessero barattato diversi Hylten della Fyrred con la concessione a partire per Esennia.

Il secondo gruppo partì, ancor più numeroso, agli inizi del decennio seguente. Un’intera squadra di storiografi e linguisti Airysed, capeggiati da Gaerys Nauvyn, affiancò un gruppo di circa quaranta umani, equamente divisi tra bardi e Chierici di Vorannon. Ma presto l’esito della seconda spedizione si dimostrò infelice quando, dopo alcuni mesi di viaggio, si persero completamente le comunicazioni col nuovo gruppo di pionieri. Nessun aquila giunse mai indietro a far rapporto ad Airysin ed Hyumai, e coloro che furono mandati a cercare i dispersi, tornarono senza aver mai varcato la soglia della Desolazione. 

A Camaguey, la sparizione del proprio capostipite mandò la Fyrred Nuvyn e le proprie accademie nel terrore. In molti temettero che gli altri Akyledin avessero volontariamente indirizzato il loro capostipite verso una missione incerta, condannandolo alla morte, ed il Concilio fu presto sul punto di sedare le rivolte con il pugno di ferro. Le dicerie e la paura nell’animo dei Nuvyn per buona sorte si sedò, quando due dei componenti della spedizione fecero ritorno e tra di essi, proprio l’Akyled Nuvyn. Per molti giorni, Gaerys Nuvyn restò in assemblea con i detentori degli altri 3 Fyrake; Sebbene a nessuno fu mai rivelato cosa disse, l’Akyled Nuvyn da quell’esperienza rimase segnato a vita. Dai resoconti che Darsel, l’altro sopravvissuto riuscì a salvare, si evinse che in quella terra maledetta una strana coltre di fumo, simile ad una nebbia che offuscava e distorceva la luce del sole scindendola in sfumature arcobaleno, apparendo all’improvviso dal nulla avesse decimato il gruppo, inghiottendo in un solo istante tutti gli studiosi e gli umani, come neppure il più infido dei mostri che popolavano quella landa sarebbe riuscito a fare.

 Il Concilio decise così di sigillare la Grande Desolazione, con l’appoggio dell’Erede di Vorannon: nessuna notizia giunse invece al popolo delle sabbie, chiuso nel silenzio della Juggershunt. Il gruppo dei dissidenti degli umani, che cresceva parallelamente alle disposizioni che l’Erede ordinava, additò la Chiesa di aver appoggiato tale decisione per il vigliacco presentimento che qualcosa o qualcuno potesse, prima o poi, reclamare il possesso della reliquia, della quale si erano illegittimamente impadroniti e che avevano, oltre ogni fondamento, condotto in città. Fu così che alcune settimane più tardi, con i migliori Kuyn al seguito, gli Akyled e l’Erede di Vorannon si diressero verso le entrate della Grande Desolazione. Fu dato quindi dal Concilio l’ordine di sigillare per sempre gli ingressi della valle maledetta, impedendo a chiunque di entrare: Iniziarono i geomanti, plasmando le più alte vette che potessero innalzare; i piromanti col loro fuoco ne fecero un solo corpo e gli idromanti, subito dopo, le resero lisce e invalicabili. Infine gli aeromanti le rafforzarono con le loro barriere di energia e da allora nessuno poté più entrare in quella che si crede la valle di Esennia.

 

 

Al principio del sesto secolo il Re di Phyrexia, Sherva Valois, mise al corrente gli Airysin delle notizie rinvenute sullo strano anello che pareva inglobasse l’anima dei Juggern caduti durante la Ferfytwor: l’Anello del Mercenario. Fu attribuita a Xerath , il mago umano, la misteriosa figura che impugnava l’anello tra i caduti e questo riaprì tra i Primi le oscure ferite mai rimarginate dalla guerra. Nonostante i sospetti iniziali, gli Airysin, fortemente interessati al fenomeno che aveva colpito il loro popolo, lentamente ricominciarono a distendere i rapporti con i Juggern, pur non consentendo loro l'accesso alla Valle di Ghiaccio. Solamente nel 626, quando l'invasione dei Gong gettò Ter-Valhol nel panico, i Saggi riuscirono ad avere la prova dell’innocenza del popolo di Thelgrandar-Keep: questi, infatti, furono i primi ad avvertire Phyrexia e Camaguey del possibile avvento delle possenti creature nelle zone settentrionali.

Gli airysin così, con molta incertezza perché un immortale non dimentica, riaprirono le porte della città ai cugini Juggern, offrendo eventualmente asilo agli esuli del Sud. Quando i Gong cominciarono la loro avanzata attraverso la catena montuosa centrale, venne eretto un avamposto lungo il Ben-Morgh e gli indifesi furono scortati sull'isola orientale dove fu edificata la grande torre. Ma quando i navigli giunsero lungo le sponde della distesa innevata, una spaventosa quantità di spiriti e creature abominevoli si scoprì serpeggiare nella tundra. Prontamente la flotta rientrò nel borgo portuale e l'intero esercito Airysed fu schierato a difesa della città. Fortunatamente i Gong non raggiunsero mai le lande innevate: Airysin e Juggern ripresero faticosamente i loro rapporti nonostante l’antico equilibrio che, a causa del cambiamento dei loro cugini, risultò definitivamente incrinato. I Juggern, sebbene si fossero dimostrati le creature alleate di un tempo, avevano ormai perduto tutto ciò che li rendeva complementari, divenendo solo un popolo fiero, detentore di solidi valori e smisurata forza.

Pochi decenni dopo, nel 663 giunse a Camaguey la voce sull'esistenza dei Culti Neri: gruppi di umani che contestavano la Chiesa di Vorannon, individuando nella loro improbabile credenza religiosa, l’innegabile superiorità della loro razza. A causa dell’indole violenta di alcuni cultisti neri nei confronti dei popoli arcaici, l'ideologia fu immediatamente bandita da Camaguey con un editto del Concilio Interno. Negli stessi anni, grazie alla nascita del Ducato di Llanowor, migliorano i commerci con le Terre Verdi e gli scambi culturali con gli altri popoli. Camaguey si apprestava ad iniziare un secolo di prosperità, sebbene ancora molti fossero iquesiti che non trovavano risposta. I nati quyn-red così come iniziarono ad esistere, smisero. Le dicerie mai confermate, su cui ancora oggi fanno leva le casate minori tentando di sovvertire l’ordine delle cose, sostengono che sia il concilio stesso che, con la legge sul controllo delle nascite, riesca in qualche modo ad impedire che eventuali quyn-red possano venire al mondo. Queste dicerie, a torto o ragione, furono avvalorate da alcune donne che affermarono di aver avuto figli nati e subito uccisi per volere del concilio. Ma tutto ciò, non è altro che quotidianità in Camaguey, e nulla di nuovo si riscontrò negli anni a venire.

 

Oggi

La pace interna perdurò fino al 715, quando fu risvegliato l’antico male conosciuto come “Il Primo” (link). In quell’anno l’equilibrio dell’intero mondo fu squassato: furono messe in discussione antiche amicizie e strette alleanze volte al solo raggiungimento di un grande potere. Durante l’incursione degli eserciti orcheschi sulle varie città, Camaguey si rivelò il fallimento architettonico che era, venendo presto invasa da migliaia di orchi. Per mantenere in vita i suoi abitanti, la Rocca d’Inverno fu sacrificata, distrutta dallo stesso Taras Shayreen, che la fece crollare intrappolando le creature immonde al suo interno. Iniziò nel 715 la seconda diaspora del popolo Airysed, che stanziò poco dopo nella città portuense di Tolaria, come ospite del re Huymai.