Le Juggernesh, più comunemente conosciute come “Le Armi del Potere”, furono costruite dal primo re del popolo della fortezza, Ederkar I, per questo detto “delle Spade”. Grazie allo sterminio delle razze autoctone, che i juggern misero in atto per liberare la landa che oggi ospita la Perla, Ederkar ebbe a disposizione ingenti quantità di materiali eccezionali, quali ossa e sangue di drago, che utilizzò per forgiare armi di esimia bellezza, le più grandi delle quali furono scelte come il simbolo della sovranità e chiamate Juggernesh. Brandite dai tre generali della Falange e dal Juggake in persona, sono da sempre armi intorno alle quali ruotano leggende e misteri.

Si narra di esse che sottostiano ad un’arma senziente, capace di guidare, proteggere e addirittura scegliere il proprio portatore. E’ il caso della leggenda della Man-o-wor, che si dice scelga lei stessa il Re: pare infatti che la spada investa dei propri poteri solo chi ne reputi degno, rischiarandosi di una luce dorata nelle mani di colui che succederà al trono, e di continuare a farlo fino a che il tempo della sua regnanza sarà finito, per morte o per demerito. Chiunque altro provasse ad impugnarla, oltre il prescelto al trono, non troverebbe nella man-o-wor null’altro che uno spadone di metallo privo di poteri.

E’ inoltre credenza che il detentore della Spada dei Re possa prendere possesso delle altre Armi del Potere grazie alla sua sola forza di Volontà. Esiste un aneddoto, infatti, a suffragio di tale ipotesi: si dice che sotto il regno di Dankmar I, il generale Artheron della cavalleria pesante si fece portavoce delle preoccupazioni che si insinuavano tra il popolo, riguardanti la natura dei Gong. Tale tesi si mostravano diffamanti verso Umani ed Airysin ed il Re, a prova dell’altissima dignità richiesta dal Jugge, durante una parata militare, soltanto alzando il braccio lo destituì. I presenti giurarono di aver visto la Lans-Shid volare dalla mano del Ver-Juggake a quella del Re, che la consegnò al suo successore, Yarvarath.

In seguito alla Guerra dei 50.000 e per molti anni da lì a venire, gli stessi Juggern credettero ad una leggenda che addossava alle Juggernesh la maledizione esistente sul loro popolo. Secondo questa diceria, la perdita dell’anima sarebbe stato il contrappeso dovuto dall’enorme potere delle quattro; per questa ragione le armi restarono sigillate per quasi due secoli, fino a che, le scoperte del 600, non l’attribuirono all’opera dell’Arci-Mago Xerath. Per questo motivo tali Armi sono nuovamente utilizzate tra i ranghi della Falange.

Ciò che si conosce delle Juggernesh è solo il loro nome e poche, frammentarie, informazioni:

  • Airon-Clo: Brandita dal Generale delle legioni di fanteria, è una spada di colore Nero con striature d’Oro. Si conosce di essa che, ogni volta che assesta un colpo mortale, dalla lama scaturisce una strana luce rossa.
  • Lans-Scid: Appartenente al Generale di Cavalleria, è un’alabarda di colore Verde con striature Nere. La sua elsa è tempestata di piccole spine dalla punta arrotondata ad arpione. Si vocifera che la lancia si nutra del sangue del suo utilizzatore.
  • Hard-and-Pain: Impugnato dal Generale Stratega, è un Martello bianco con striature Blu. In alcune uccisioni particolarmente cruente il martello brucia di fiamme bianche. Si dice che possa curare il suo utilizzatore.
  • Man-o-Wor: Regina incontrastata delle Juggernesh, durante la guerra era brandita dal Re in persona. Color rosso con lamine e intarsi grigi, è perennemente avvolta da un alone dorato. La leggenda vuole che controlli le altre armi e chi le utilizza: senza il suo consenso nessun’altra Juggernesh potrebbe essere mai brandita.